venerdì 9 settembre 2016

ABBIAMO SEMPRE VISSUTO NEL CASTELLO

Mi Chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott'anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l'anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare. Detesto lavarmi, e i cani, e il rumore. Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l'Amanita phalloides, il fungo mortale. Gli altri membri della famiglia sono tutti morti.
(Shirley Jackson, Abbiamo sempre vissuto nel castello)

Buonasera lettori in pantofole! Oggi finalmente vi parlo di Shirley Jackson e del suo Abbiamo sempre vissuto nel castello
Annoverata tra le stelle del panorama horror/gotico, la Jackson è stata così omaggiata da Stephen King: «A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce» e dopo aver letto uno dei suoi romanzi, posso affermare di capire il perché... Certo, non mi sono avvicinata a questa autrice partendo dal suo capolavoro riconosciuto, L'incubo di Hill House (che è già in attesa nel mio eReader) ma, complici alcune interessantissime recensioni, mi sono lasciata irretire dalla storia subdolamente sottile e inquietante delle sorelle Blackwood...


Mary Katherine ha 18 anni, vive assieme alla sorella Constance e allo zio Julian nell'imponente dimora della famiglia Blackwood. Imponente, sì, perché i Blackwood erano cittadini di spicco prima dell'"incidente". Adesso della famiglia sono rimasti in tre, isolati, additati, scherniti. Perché gli altri sono tutti morti, avvelenati durante una cena luculliana proprio nella sala da pranzo di casa Blackwood. Eppure la vita ritirata dei superstiti scorre placida, scandita da ameni riti quotidiani, dall'affetto che unisce indissolubilmente le sorelle Mary Katherine e Constance. Fino a quando l'arrivo di un lontano parente, il cugino Charles, minaccia il sottile equilibrio su cui si fonda l'esistenza di Merricat. Il mondo esterno ha varcato la soglia della sua dimora e adesso inquietudini mai sopite e oscuri segreti emergono dalle pieghe del passato...     

IL MIO PENSIERO
Passato il municipio, sulla sinistra, c'è Blackwood Road, la via che porta a casa nostra [...] A quel punto apro il cancello, lo chiudo alle mie spalle, attraverso il bosco e arrivo a casa. Gli abitanti del paese ci hanno sempre odiati. 
Noi e loro, casa Blackwood e il mondo esterno, è questa la chiave su cui si fonda il romanzo di Shirley Jackson. Da una parte ci sono Merricat (la voce narrante del romanzo), Constance e il vecchio zio Julian, dall'altra il resto del mondo, gli estranei, percepiti come nemici, minacce, testimoni di un passato oscuro... Sì, perché la vita di Mary Katherine è stata funestata da un evento drammatico, la morte dei genitori, della zia e del fratellino per avvelenamento. E il passato pesa come una condanna sui superstiti. Solamente tra le mura dell'imponente dimora, Merricat, Constance e lo zio si sentono sicuri, protetti da una vita semplice, scandita secondo precisi rituali, ma l'arrivo di Charles sconvolge ogni cosa, sconvolge quel delicato equilibrio di cuore e di mente che ha sostenuto fino ad allora le sorelle Blackwood, portando alla luce il passato...

È questo passato che serpeggia latente tra le pagine a inchiodare il lettore che vuole scoprire, vuole capire. Con uno stile elegante e raffinato, Shirley Jackson ci precipita in questa storia al limite tra il thriller psicologico e la ghost story. Sì, perché i personaggi infestano come fantasmi l'imponente dimora, legati ad essa e agli eventi di cui è stata grottesco palcoscenico. In particolare mi ha colpito il rapporto di amore e fiducia reciproca che lega le due sorelle Blackwood. Un rapporto a prima vista idilliaco ma che si rivela ben presto ambiguo, inquietante, stregato oserei dire. Merricat ha 18 anni ma si comporta ancora come una bambina: vivace, selvaggia, a tratti crudele, Constance al contrario è radiosa, posata, sempre indaffarata nella sua cucina piena di erbe e di odori. Una passione la sua che si carica di suggestioni inquietanti, di un'ironia macabra se collegata agli eventi di cui la giovane è stata protagonista in passato. 
Ed è questa ironia, questo humor nero ad animare le pagine della Jackson e a risvegliare inquietudini profonde nel cuore del lettore. Non aspettatevi sangue, colpi di scena al cardiopalmo, ritmi serrati come nei thriller contemporanei, il romanzo di Shirley Jackson è fin troppo lento ed elegante nello stile. Pure, nel suo scorrere placido, serpeggia un disagio profondo che si rispecchia nei comportamenti ambigui dei personaggi, nella affabile follia di zio Julian, nella distinta avidità del cugino Charles, nella morbosa curiosità di vicini e concittadini e infine nello stregonesco affetto che lega le due sorelle, un legame infarcito di parole magiche, talismani, rituali.

Shirley Jackson non alza la voce ma tra sospetti, allusioni, bugie rivelate e verità nascoste, le sue parole sussurrate fanno accapponare la pelle come la maligna filastrocca che rimbalza da un capo all'altro del paese: Merricat, disse Connie, tè e biscotti: presto, vieni. Fossi matta, sorellina, se ci vengo m'avveleni. Merricat, disse Connie, non è ora di dormire? In eterno, al cimitero, sottoterra giù a marcire! Quattro pantofole e mezzo.

Di seguito, come sempre, i dati del volume pubblicato in Italia da Adelphi:

SHIRLEY JACKSON

Abbiamo sempre vissuto nel castello
(Titolo originale: We Have Always Lived in the Castle)
editore: Adelphi; pagine: 256 EAN: 9788845923661
data di pubblicazione: 1 aprile 2009 
brossura: € 18,00; eBook: 8,99; acquistalo su: Giunti al Punto 

«A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce»: con questa dedica si apre L'incendiaria di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i «brividi silenziosi e cumulativi» che - per usare le parole di un'ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo La lotteria. Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male - un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai 'cattivi', ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.


CHI ERA SHIRLEY JACKSON (1916-1965):
è stata una scrittrice e giornalista statunitense. Particolarmente nota come autrice de L'incubo di Hill House del 1959 e La lotteria, ha esordito nel 1948 sulla prestigiosa testata The New Yorker
Nella sua carriera ha scritto anche opere per ragazzi come Nine Magic Wishes e un adattamento teatrale di Hansel e Gretel, dal titolo The Bad Children
I suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Adelphi.


E non c'è recensione senza video di chiusura. The memory remains è un pezzo dei Metallica pubblicato nel loro settimo album in studio (ReLoad, 1997). Parla di una celebrità caduta nell'oblio che tenta in ogni modo di riaffermarsi mentre il ricordo delle glorie passate aleggia come uno spettro. Il video, surreale e dal gusto un po' logoro, mi ha fatto pensare ai possedimenti dei Blackwood, alle stanze in cui Merricat e Constance si sono volontariamente recluse, mentre la voce di Marianne Faithfull che esegue i cori si insinua subdola proprio come un'inquietante filastrocca:

4 commenti:

  1. Bellissima recensione Jerry! Il libro è già in wishlist ma tu mi hai incuriosito ancora di più!

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    1. Ciao Glimmer, ti ringrazio! Abbiamo sempre vissuto nel castello è una storia molto particolare ^^ mi farai sapere cosa ne pensi!

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  2. Un'amica lettrice lo sta leggendo, mi ha inviato l'incipit su WhatsApp e devo dire di essere rimasta molto colpita. Tu con la tua recensione non hai fatto che confermare l'idea che mi ero fatta, un libro particolare, senza dubbio nelle mie corde. Aggiunto alla lista dei prossimi acquisti!

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    1. Per me, Shirley Jackson è stata proprio una scoperta, tanto è vero che ho già ad aspettarmi un altro suo romanzo L'incubo di Hill House! Fammi sapere se lo leggerai!

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