martedì 10 gennaio 2017

L'INVENZIONE DEI DESIDERI


Chiusi gli occhi. Soltanto a me, Katharine Tulman, poteva accadere di scappare per terra e per mare per nascondere non a uno, ma addirittura a due governi, uno zio creduto morto, per poi finire ad abitare di fianco a una delle pettegole più sfacciate di tutto il continente. Davvero non sapevo di cosa stupirmi. Poi mi venne in mente mio zio. Raccolsi le gonne, mi affrettai ad attraversare l'atrio vuoto e corsi su per le scale.
(Sharon Cameron, 
L'invenzione dei desideri)

Buonasera lettori in pantofole! Eccomi con la prima recensione dell'anno anche se, a dire il vero, ho terminato di leggere L'invenzione dei desideri poco prima delle feste natalizie. Ultimo episodio della duologia di Sharon Cameron (The Dark Unwinding), questo romanzo per ragazzi ha mantenuto le promesse e si è rivelato una lettura davvero piacevole. Ma come sempre partiamo dalla storia o meglio da dove eravamo rimasti ^^ (se qualcuno avesse bisogno di rinfrescarsi la memoria qui trovate la recensione a La fabbrica delle meraviglie):


Il trogwind, il vento che soffia sulla brughiera, sembra essersi calmato ma gli abitanti di Stranwyne Keep sono ancora nell'occhio del ciclone. Qualcuno si è intrufolato nell'imponente dimora con un solo obiettivo, rapire George Tulman e carpire i segreti della sua mente innocente e geniale. E così, ancora una volta, Katharine si trova da sola a combattere per tutto ciò che più ama al mondo: suo zio e gli abitanti di Stranwyne Keep. Ma come fare quando non uno ma addirittura due governi sono decisi a strapparti la felicità tanto duramente conquistata? E poi ci sono le notizie allarmanti che giungono da Parigi... possibile che Lane Moreau sia stato ucciso? Per quanto il cuore di Katharine si rifiuti di accettarlo, gli indizi sembrano non lasciare dubbi. C'è soltanto un modo per scoprire la verità, partire alla volta della Francia. Tra stratagemmi e trabocchetti il viaggio della giovane ha inizio e mentre oscure minacce e segreti inconfessabili si addensano all'orizzonte, Katharine dovrà imparare a conoscere chi le sta intorno e a discernere tra nemici, amici, alleati e rivali...   

IL MIO PENSIERO

Era per questo che erano venuti quegli uomini, per tutto ciò che di bizzarro e meraviglioso conteneva la mente di mio zio. Loro però non potevano averlo. Non l'avrebbero mai avuto. 
È una Katharine scarmigliata e atterrita quella che ci accoglie tra le pagine di questo secondo episodio di The Dark Unwinding. Una Katharine che assieme a Mary, la fedele, chiassosa e svampita cameriera di Stranwyne Keep, ha appena sventato un rocambolesco tentativo di rapimento ai danni dell'adorabile zio Tulman. Ancora una volta è il folle e strambo scienziato-zio a mettere in moto gli ingranaggi della trama, una trama che si fa sin dalle prime pagine impetuosa come il trogwind sulla brughiera. 

Sì, perché L'invenzione dei desideri è davvero un concentrato di avventura, azione e misteri. Insomma, il prototipo del romanzo per ragazzi con tutti gli elementi topici del caso: straordinarie invenzioni, fughe rocambolesche, sonniferi, spie, vicine di casa chiassose e pettegole, balli di corte e cunicoli sotterranei. Cambia solo l'ambientazione, non più l'imponente, elegante e a tratti magica Stranwyne Keep ma la Parigi della seconda metà dell'800. E devo dire che il romanzo da una parte ci perde e da una parte ci guadagna. Ci perde perché questo secondo episodio non ha il fascino fiabesco e romantico di La fabbrica delle meraviglie, quel tocco in più che solo un luogo come Stranwyne Keep poteva dare. Ci guadagna sul piano del ritmo, avvincente, a tratti comico e a tratti adrenalinico con una Katharine sempre sulle spine o meglio sull'orlo del precipizio, per cui anche il lettore non può fare a meno di restare incollato alla pagina. E, badate, non importa, che tra tanti accidenti, casi ed eventi le maglie della trama si sfaldino in qualche punto, anzi vi si respira un po' il gusto del  fuilleton, del romanzo d'appendice, con i colpi di scena e le agnizioni che si affastellano sulla pagina come gli orologi nel laboratorio di zio Tulman. Non manca ovviamente l'elemento romantico incarnato nella figura sfuggente di Lane Moreau ma anche nel tenero rapporto che lega Katharine e George Tulman: «Tieni bimba di Simon» [...] «Tieni. Il fiore ti piace.» Presi quell'oggetto complesso e luccicante, meravigliata per la libertà che mi veniva concessa, ne sentii la consistenza come un bocciolo di oro puro. Zio Tully me lo aveva dato da tenere. Era il suo modo di dirmi che mi voleva bene.

E veniamo ai personaggi, perché accanto a Katharine protagonista e voce narrante assoluta della vicenda ci sono amici, avversari e alleati vecchi e nuovi. Prima fra tutti Mary Brown, la governante chiacchierona che ritroviamo in tutta la sua ciarliera comicità in questo secondo episodio ma anche con una buona dose di coraggio in più. E poi ci sono l'azzimato avvocato Babcock e la più grande pettegola britannica, la signora Hardcastle, croce e delizia della giovane Katharine. E ancora la cadaverica signora DuPont e l'affascinante signor Marchand. Ecco questo è forse il personaggio che ho amato di più, con la sua eleganza e il piglio irriverente e sornione mi ha ricordato moltissimo il Kenneth Ashley di Miss Charity e mi ha da subito rubato il cuore: Sono Henri Marchand, ho appena ereditato la casa di mio padre - la casa che era stata confiscata quando la mia famiglia finì sulla ghigliottina e che poi fu restituita quando la Francia ebbe di nuovo un re. Spero soltanto di non perderla di nuovo, ora che abbiamo un imperatore, come peraltro è successo ad altri. Ho studiato in Inghilterra e per ora sono quello che si dice un "uomo che dispone di mezzi indipendenti".  

Insomma tutto questo spapocchio per dire che a me la duologia della Cameron è piaciuta, forse questo secondo episodio non ha il medesimo fascino del primo ma mi ha intrattenuta e divertita, proprio come un romanzo per ragazzi dovrebbe fare. Quattro pantofole e mezzo.  

Di seguito vi lascio tutti i dati del volume uscito per Mondadori nel febbraio del 2016:


SHARON CAMERON

L'invenzione dei desideri
(Titolo originale: A Spark Unseen)
editore: Mondadori; pagine: 436; EAN: 9788804658832
data di pubblicazione: 23 febbraio 2016 
copertina rigida: € 17,00; eBook: € 7,99
acquistalo su: Giunti al Punto

Sono passati più di diciotto mesi da quando Lane è partito da Stranwyne Keep, e nonostante il governo inglese abbia dato notizia della sua morte, Katharine non smette di aspettarlo, convinta che il giovane di cui è innamorata sia ancora vivo. Una notte, mentre la casa è sprofondata nel sonno, due uomini mascherati si introducono nella tenuta del Borgo per catturare zio Tulman, lo scienziato inventore di creazioni meccaniche così geniali e rivoluzionarie da fare invidia anche agli insospettabili. La Corona inglese, infatti, vorrebbe lo zio sotto la sua custodia, ma Katharine non può arrendersi: è arrivato il momento di partire. Gli eventi la condurranno a Parigi, città dai mille volti e dalle mille orecchie, dove vengono intessuti piani oscuri. Katharine dovrà ricorrere a tutta la sua forza per difendersi, in una disperata ricerca dell'amore e della verità che dai sotterranei di Parigi la porterà fin nelle stanze dell'imperatore.
Un romanzo avvincente con un'ambientazione superba, dove a prevalere sono il carattere e la determinazione della protagonista, pronta a tutto per i suoi affetti più cari. 

CHI È SHARON CAMERON:
insegnante di pianoforte, appassionata di teatro, è sposata e ha tre figli. Adora la Scozia, le storie in costume e tirare con l'arco. Vive negli Stati Uniti, a Nashville, Tennessee. Il suo libro d'esordio, La fabbrica delle meraviglie, ha vinto numerosi premi, consacrandola autrice "originale, romantica e geniale". L'invenzione dei desideri è il suo secondo romanzo.

E ovviamente si chiude con la musica. Mentre leggevo il romanzo della Cameron, non ho potuto fare a meno di pensare a un video dei The Heart and The Heart dal gusto decisamente rétro e bizzarro. Let's Be Still è tratto dall'album omonimo (il secondo in studio per la band di Seattle, 2013) e vede i membri del gruppo muoversi in una realtà fantastica e decisamente ottocentesca:

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