martedì 24 gennaio 2017

JERRY'S DIARY #6: YOU SAY YOU WANT A REVOLUTION?

Buonasera lettori in pantofole, eccomi qua! No, non sono stata risucchiata in un buco nero, ho avuto solo qualche impegno di troppo e nel weekend mi sono presa una breve vacanza ^^ 

Ho trascorso un paio di giorni a Londra con delle amiche e devo dire che il breve interludio ci voleva davvero! Ho trovato una città più sporca e più costosa dall'ultima volta (era il 2013), per non parlare dei controlli aeroportuali, dove ho perso 10 anni di vita (sarà l'effetto Brexit?) ma l'atmosfera... quella è sempre la stessa: fantastica!
Passeggiate, un brunch, qualche birra e una mostra incredibile, questa è stata la mia Londra 2017. Abbiamo evitato Camden e le zone viste e riviste per concentrarci su qualche angolo ancora inesplorato ma a Notting Hill e Portobello non siamo riuscite a resistere (come al solito ^^).


Tutto da scoprire, invece, è stato Temple, il quartiere giuridico della Ciy, tra edifici imponenti e strette viuzze (ed è tutta colpa di Kerstin Gier!).
Per il brunch domenicale abbiamo scelto il più turistico Covent Garden mentre per l'hamburger il The Dog House di Kennington è stata una vera scoperta, come tutto quanto il quartiere del resto! Abbiamo soggiornato in questa zona a noi sconosciuta (sulla Northern Line) e devo dire che ci ha piacevolmente colpite: multiculturale, ben servita da metropolitana e autobus e con un parco davvero carino. Ma forse la camminata più bella è stata quella lungo il Tamigi, tra Waterloo Bridge e Blackfriars dove ho scovato un mercatino del libro usato davvero ben fornito... e infatti c'era moltissima gente a sfogliare edizioni vecchie e nuove, se ci mettete poi la giornata splendida (per quanto freddissima) capirete il mio entusiasmo ^^

E veniamo alla ciliegina sulla torta! You Say You Want a Revolution? Records and Rebels 1966-1970 è la mostra che al Victoria & Albert Museum celebra gli anni che hanno "inventato" il futuro: gli anni Sessanta. A partire dalla moda con le sue minigonne, le code di cavallo posticce e quelle ciglia lunghe lunghe, passando per la Swinging London dei Beatles, per le rivolte giovanili e il rock di protesta, per le rivendicazioni civili e gli slogan contro la guerra in Vietnam (White people sending black people to fight yellow people to protect the country they stole from red people - James Rado) fino a Woodstock... un'intera parete che trasmette le immagini del festival più famoso di sempre e tanti cuscini per sdraiarsi e immaginare di essere proprio lì, su quel prato dove Joni Mitchell non riuscì mai ad arrivare ma che pure celebrò così: Said, I'm going down to Yasgur's farm/ Going to join in a rock and roll band/ Got to get back to the land, and set my soul free...
E ancora, il consumismo, la tecnologia, la conquista dello spazio, il tutto condito da un'audioguida che si fa colonna sonora strepitosa di ogni oggetto e memorabilia esposto: dagli abiti di Twiggy alla giacca di John Lennon, passando per la chitarra di Hendrix e le centinaia di vinili che fanno mostra di sé nelle varie sale.
Insomma, You Say You Want a Revolution? vale davvero la visita, incanta e strappa anche qualche lacrima e, se progettate di andare a Londra, non perdetevela perché resterà aperta fino al 26 febbraio!
Per tutte le info: https://www.vam.ac.uk

2 commenti:

  1. Bellissimo questo resoconto Barbara! Amo molto viaggiare ma per svariati motivi ancora non sono stata a Londra... mi hai fatto venir voglia di andarci però!

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    1. Grazie mille, Nadia! Io adoro l'atmosfera e il mood di Londra e non posso fare altro che consigliarti una visita ^^ C'è sempre qualcosa di nuovo da vedere e visitare ogni volta, c'è sempre quell'angolo che ti era sfuggito e che all'improvviso ti conquista, mostre e musei a cui non si può resistere e gli scorci letti su mille e mille libri ^^

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